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Vigilanza privata, no delle associazioni ai portieri nei musei

UNIV, ANIVP e Legacoop chiedono l’annullamento della gara d’appalto per il servizio di controllo accessi alla Galleria degli Uffizi di Firenze

Il comparto della vigilanza privata insorge nuovamente. Questa volta a non rispettare quanto previsto dalla legge è la dirigenza della Galleria degli Uffizi di Firenze. Il museo fiorentino infatti ha emanato un bando europeo per l’affidamento dei servizi di controllo degli accessi all’area museale, anche tramite l’uso di macchine radiogene e di rilevatori di metalli.

Tuttavia, la gara d’appalto è stata rivolta a tutti gli operatori economici, servizi di portierato compresi, senza considerare che questo genere di attività spetta soltanto alle imprese titolari di licenza ex art. 134 TULPS.
UNIV, ANIVP (entrambe aderenti a FederSicurezza) insieme a Legacoop hanno chiesto immediatamente l’annullamento del bando, richiedendo che quest’ultimo venga emendato secondo la normativa vigente. Le ragioni della richiesta riguardano l’illeceità della gara d’appalto, che per i requisiti e i compiti in oggetto richiede l’impiego della vigilanza privata armata.

Infatti, secondo il D.M. 269/2010, musei e pinacoteche sono ascrivibili ad obiettivi sensibili e perciò è necessario l’impiego delle guardie giurate particolari per l’attività di controllo e vigilanza del luogo. A conferma, le associazioni hanno sottolineato in una missiva al Direttore degli Uffizi, che “al punto 3.b.1 dell’Allegato D del D.M. 269/2010 si definiscono siti sensibili con speciali esigenze di sicurezza i siti dove l’accesso sia subordinato al controllo con macchinari radiogeni o rilevatori di metalli e i siti dove ci sia giacenza di valori significativi o merci di valore asportabili”. Come per l’appunto i musei.

Per questo motivo la gara d’appalto dev’essere rivolta esclusivamente “agli operatori economici in possesso dei requisiti di idoneità professionale normativamente previsti, ovvero la titolarità di licenza ai sensi dell’art. 134 TULPS”. Oltre a ricordare che l’esercizio abusivo di attività di vigilanza privata pone ai contravventori sanzioni penali ed economiche, le associazioni hanno ricordato alla dirigenza degli Uffizi che “il fatto che determinate attività siano riservate ad operatori economici in possesso di specifiche autorizzazioni non è frutto di un capriccio del legislatore, ma deriva dalla necessità di garantire che attività delicatissime, quali la vigilanza, siano svolte da operatori qualificati, in grado di offrire le necessarie garanzie qualitative e di affidabilità”.

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