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Rischi climatici e ambientali minacciano un’impresa su tre

I rischi climatici e ambientali hanno, e avranno in futuro, un impatto sempre più importante sulla salute delle aziende. Si stima che nel 2050 inondazioni, terremoti, frane ed altri eventi naturali incideranno dell’8% sul fatturato aziendale. Ecco cosa è emerso dallo studio di Crif-Red

Rischi climatici e ambientali, un problema da non sottovalutare

Come abbiamo potuto constatare nel corso degli anni, l’Italia è un Paese particolarmente esposto ai rischi ambientali e climatici.

Inondazioni, frane, terremoti, precipitazioni violente (da ultimo, l’alluvione nelle Marche). A tutto questo si aggiungono i cambiamenti climatici, dovuti al surriscaldamento globale, causa dell’innalzamento delle temperature (con inverni ed estati sempre più caldi) e lunghi periodi senza pioggia. Questi fattori, inevitabilmente, condizionano anche la produttività delle aziende.

Un recente studio di Crif-Red, realizzato in collaborazione con Qbe Italia e con il patrocinio di Italian Insurtech Association (IIA), ha evidenziato che un’impresa su tre è esposta a potenziali perdite economiche a causa di fenomeni naturali estremi. Allo stato attuale, questi fattori incidono sullo 0,65% del fatturato aziendale annuo, ma le previsioni per il futuro non sono di certo rosee. Entro il 2050 questa percentuale potrebbe aumentare fino a toccare quota 8%.

Quali sono le aree geografiche e i settori più a rischio?

Crif-Red ha individuato anche quali sono le zone d’Italia più soggette ai rischi climatici e ambientali. Secondo lo studio, il pericolo frane caratterizza prevalentemente le zone montuose e alpine, nello specifico le province di Aosta, Sondrio, Trento e Belluno. Le inondazioni riguardano in particolare le province di Rovigo e Ferrara, nella bassa valle del Po, Gorizia, Genova e Catania, caratterizzate da piogge torrenziali e inondazioni improvvise. Forti precipitazioni, invece, colpiscono in prevalenza l’area Verbano-Cusio-Ossola e le province di Lecce e Siracusa, dove le piogge sono particolarmente intense, con frequenti grandinate.

Infine, tra i fenomeni in crescita, si segnalano le improvvise ondate di calore e lo stress idrico. L’innalzamento delle temperature coinvolge in particolare le province della valle del Po e del Sud Italia, dove possono causare perdite economiche fino al 55% (a fronte di una media nazionale del 7%). I settori più colpiti dai rischi climatici e ambientali risultano l’agricoltura, il commercio e la logistica, mentre il settore dei servizi è il più resiliente, pur con oltre il 25% delle aziende a rischio climatico.

A peggiorare ulteriormente la situazione, purtroppo, è da segnalare la sottostimata percezione nei confronti di queste minacce. Nello specifico, il problema riguarda le PMI, “meno attrezzate in merito alla percezione del rischio determinato da fenomeni naturali legati al clima e non”.

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