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Vigilanza privata: Nord e Sud sbilanciati

Le differenze tra Nord e Sud Italia per il comparto della vigilanza privata sono evidenti: le parole di Giuseppe Alviti
“A Napoli, Caserta e nel resto della Campania dormono. Ecco come sono viste le guardie giurate tra Nord e Sud. Scovate le differenze!” ha dichiarato il Presidente dell’Associazione Nazionale GpG, Giuseppe Alviti, a commento del rinnovo del protocollo d’intesa “Mille occhi sulla città” nel savonese. Il modello operativo che consiste nel rapporto di collaborazione tra le Forze dell’Ordine e la sicurezza privata è stato rinnovato il 14 giugno scorso dal Prefetto di Savona con i sindaci di Savona, Alassio, Albenga, Albisola Superiore, Cairo Montenotte, Finale Ligure, Loano, Spotorno, Varazze e i titolari degli istituti di vigilanza Coopservice S.Coop.p.A., IVRI S.p.A., La Pantera S.r.l., La Vigile S.r.l., S.T.S. S.r.l., Vigili dell’Ordine S.r.l., alla presenza dei vertici delle Forze dell’Ordine.
“Mille occhi sulla Città” è il protocollo, siglato per la prima volta nel 2012, che intende innalzare il livello di sicurezza nei comuni interessati in risposta alle crescenti esigenze di tutela avvertite dai cittadini. In linea con le direttive del Ministro dell’Interno in tema di sicurezza urbana, si propone di incrementare la collaborazione tra soggetti pubblici e privati attraverso il ricorso all’attività degli istituti di vigilanza privata. In sintesi, lo scopo è quello di favorire lo scambio d’informazioni a riguardo dell’ordine e della pubblica sicurezza tra gli istituti di vigilanza e la polizia locale.
“La stessa proposta è stata inoltrata da me personalmente anche per Napoli, Caserta e provincia, ma rimane ancora parola morta” ha affermato Giuseppe Alviti che nel frattempo ha richiesto l’intervento del Ministro dell’Interno Matteo Salvini.  Secondo il leader delle guardie giurate, il problema principale è di natura culturale, infatti al Sud i vigilantes, “sono visti esclusivamente come carne da macello, sfruttata e maltrattata da imprenditori spesso disonesti che, in virtù della dilagante disoccupazione, costringono i dipendenti ad accettare pagamenti inferiori rispetto a quelli dichiarati in busta paga”.
In merito alle condizioni disagevole dei propri assistiti, Alviti ha ricordato che una società che paga il proprio dipendente con un importo inferiore rispetto a quanto dichiarato in busta paga è punibile per estorsione e autoriciclaggio. A conferma di questo c’è una recente sentenza della Cassazione, la n. 25979/2018, che prevede il reato di autoriciclaggio per l’imprenditore che costringe i dipendenti ad accettare buste paga più basse di quelle concordate e a lavorare per un orario superiore a quanto contrattualmente previsto. Inoltre sulla base del decreto n. 231/2001, anche la società alla quale è contestato l’avvenuto impiego nell’attività imprenditoriale del denaro frutto dell’estorsione continuata è punibile per lo stesso reato.

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