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Sicurezza: boom di nuovi account durante la pandemia

Durante la pandemia si è assistito ad un’esplosione di nuovi account: circa 15 in più per persona, ma la sicurezza ne risente

L’emergenza sanitaria ha causato un aumento dell’utilizzo degli strumenti digitali. Questo aspetto, tuttavia, comporta maggiori criticità sul fronte della sicurezza informatica e della tutela dei dati personali. Lo ha rivelato IBM Security in un recente studio condotto da Morning Consult su un campione di 22 mila utenti in 22 Paesi del mondo. Dall’indagine è emerso che gli intervistati hanno creato in media circa 15 nuovi account online per persona. L’aspetto preoccupante però è che l’82% degli utenti ha ammesso di aver utilizzato le stesse credenziali per più profili. Inoltre, il 44% ha dichiarato di memorizzare le informazioni direttamente sui propri account personali.

Le restrizioni dovute alla pandemia hanno impigrito le persone, che tendono sempre più spesso ad acquistare online invece di recarsi in negozio. Nello specifico, le generazioni più giovani sono disposte ad effettuare i propri acquisti sul web, anche in caso di elevata rischiosità. Lo studio infatti ha rivelato che il 51% dei Millennial preferisce fare un ordine su un sito web potenzialmente non sicuro piuttosto di recarsi di persona in negozio. Gran parte dei pericoli per la sicurezza dei dati sono arrivati anche dalle operazioni effettuate in Rete e legate direttamente all’emergenza sanitaria. In questo senso, il 63% degli utenti ha usufruito dei servizi derivanti dalla pandemia attraverso i canali digitali. Viceversa, buona parte degli attacchi informatici hanno sfruttato le vulnerabilità del sistema sanitario, le debolezze e le paure degli utenti.

“La pandemia ha generato un’impennata di nuovi account online. Tuttavia, la tendenza crescente della società a preferire la comodità del digitale può avere un costo in termini di cybersecurity e privacy dei dati” ha dichiarato Charles Henderson, Global Managing Partner e Head di IBM Security X-Force. “Le organizzazioni devono considerare gli effetti di questa dipendenza dal digitale per profilare correttamente i rischi per la propria sicurezza. Le password sono una soluzione che sta diventando sempre meno affidabile. Un modo in cui le organizzazioni possono adattarsi al nuovo scenario, al di là dell’autenticazione a più fattori, è passare ad un approccio ‘Zero Trust’; applicando soluzioni di AI e analytics avanzate lungo tutto il processo, per individuare potenziali minacce, piuttosto che presumere che un utente sia affidabile dopo l’autenticazione.”

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