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Ospedali sotto shock, serve maggiore sicurezza

Dai cyber attacchi alle aggressioni fisiche, la sicurezza negli ospedali sta attraversando un momento molto delicato

Negli ultimi tempi il comparto della sanità pubblica sta vivendo un periodo molto delicato, al centro delle cronache per l’insicurezza che si respira negli ospedali italiani. I pericoli arrivano da più fronti, tanto dal dispositivi tecnologici quanto dai pazienti o dai parenti dei pazienti che aggrediscono verbalmente e non solo il personale sanitario. L’uso dei moderni dispositivi in cloud e IoT hanno senza dubbio migliorato l’efficienza nelle strutture ospedaliere e la qualità dei servizi offerti, ma al tempo stesso hanno esposto i pazienti a un nuovo tipo di minaccia, come la violazione di dati sensibili o le interruzioni operative. Secondo l’ultimo report di Trend Micro, leader mondiale nella sicurezza informatica sono almeno 80 mila i sistemi a rischio violazione nel mondo. Gli attacchi DDoS e ramsonware rappresentano la principale minaccia informatica, mentre la maggior parte delle violazioni sono associate a fornitori e partner. Molto spesso infatti, sono i dispositivi elettromedicali, quelli meno protetti, a essere sfruttati dagli hacker per infiltrarsi nella rete.
Emanuele Gentili, socio-fondatore di Ts Way, azienda italiana impegnata nella lotta al cyber crime conferma come il settore sanitario sia uno dei più colpiti anche in Italia. “Gli ospedali” ha spiegato Gentili “sono i più attaccati perché non si difendono o non sono proteggibili come per le Tac che funzionano solo con Windows Xp non più supportato dall’operatore. Si possono rubare i dati di personaggi famosi, dati che servono alle assicurazioni sanitarie senza contare che, come successo in Uk, si possono bloccare le strutture”. Va aggiunto inoltre, che nella maggior parte dei casi lo stesso personale medico non ha la giusta percezione del rischio e che le strutture ospedaliere mancano spesso degli adeguati strumenti per prevenire e difendersi dagli attacchi hacker.
Ma i grattacapi per il sistema sanitario non si esauriscono qui. Oltre alla minaccia informatica, a sconvolgere ulteriormente il settore ci si mette anche un’escalation di violenza (verbale e fisica) nei pronto soccorso o nelle corsie dei reparti. Minacce, aggressioni, atti vandalici e furti si sprecano in tutta la Penisola coinvolgendo medici e infermieri e a volte pure le guardie giurate che presidiano gli ospedali. Sull’onda dell’ultima aggressione all’ospedale Civico di Palermo, un esponente politico ha ribadito il concetto: “C’è un problema di sicurezza sul lavoro di medici e infermieri in ospedali, pronto soccorso e guardie mediche, che va affrontato. Queste categorie di professionisti, quotidianamente in prima linea, sono esposte più di altre al contatto con malati e familiari in momenti delicati della vita delle persone. Occorre potenziare le attività di vigilanza e videosorveglianza negli ospedali e nei presidi sanitari”. Dalle parole serve passare ai fatti, per arginare un problema negli ultimi tempi sembra dilagare.

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