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FederSicurezza, Gabriele: bene i servizi fiduciari, male il trasporto valori

Abbiamo intervistato il Presidente di FederSicurezza, Luigi Gabriele, per trarre un bilancio circa l’attività della vigilanza privata sul territorio nazionale

Il 23 marzo scorso FederSicurezza ha presentato i dati relativi all’ultima edizione del Report FederSicurezza sulle tendenze di mercato della sicurezza privata in Italia. La ricerca si è focalizzata sull’impatto della crisi sanitaria e sulle prospettive per il settore. Abbiamo intervistato il Presidente di FederSicurezza, Luigi Gabriele, per avere alcune delucidazioni in merito e per avere un quadro specifico sullo stato dell’arte del comparto ad oggi.

Gentile Dott. Gabriele,

Alla luce del recente Report FederSicurezza, qual è stato l’impatto della crisi sulle società di vigilanza privata?

L’Impatto della crisi è stato assorbito abbastanza bene, con qualche fenomeno di cassa integrazione per l’attività tradizionale di vigilanza privata. Un impatto più pesante invece si è registratonel comparto trasporto valori, dove al di là di una riduzione fortissima di commesse, che già porta un danno notevole alle imprese specializzate in questo ramo, aumenta anche il rischio nello svolgimento dell’attività poiché le poche uscite dei furgoni blindati per le poche commesse rimaste in essere, comporta che quest’ultimi viaggiano con un carico due o tre volte superiore a quello normale. Temiamo che questo specifico comparto abbia ancora davanti a sé ancora qualche mese da scontare in negativo e auspichiamo che venga recuperato senza eccessivi danni, quali il prolungarsi della cassa integrazione, messa in mobilità, esubero di risorse. I servizi fiduciari invece, in questo momento, hanno riscontrato tenuta e in alcuni casi addirittura aumento.

Il dialogo con le Istituzioni risulta “spesso difficoltoso”, con quest’ultimo che sembra ignorare le questioni relative alla vigilanza privata. Cosa deve fare il Governo per il comparto?

Il rapporto non è “difficoltoso”, in questo momento è quasi normale. Con le difficoltà derivanti dal lock down, le chiusure degli uffici, il lavoro da remoto, etc., con questure e prefetture il rapporto è rimasto, con alti e bassi, quello che é. Il rapporto non difficoltoso, ma praticamente carente, ossia pari a zero, è quello con l’Istituzione centrale. Il Ministero dell’Interno, il Dipartimento che sovrintende la nostra attività, ha deciso ormai da tempo di utilizzare nei nostri confronti la tecnica del non sento, non rispondo, non ascolto, non dico.

Cosa dovrebbe fare il Governo per il comparto? Intanto dovrebbe ascoltare per davvero. Secondo, Se il Governo è così preoccupato di queste vicende di vaccinazione, di prevenzione e di messa in campo di problemi di sicurezza della pandemia, perché ha risposto picche dalla nostra richiesta di creare una corsia preferenziale per le guardie particolari giurate armate per quanto riguarda la vaccinazione anticipata? Senza contare, che nei presidi di vaccinazione, i servizi di accesso e controllo del flusso sono affidati a guardie giurate, in tutto il territorio nazionale, da Torino a Trapani. Quindi un occhio di riguardo potremo pure averlo.

Si parla molto di digitalizzazione e Intelligenza artificiale. In questo senso, quali sono le prospettive per il settore? E quanto la digitalizzazione potrà incidere sulle opportunità future?

Il comparto non è completamente preparato a questo tipo di innovazione specialistica. Noi abbiamo una serie di aziende che hanno una tipologia di attività veramente all’avanguardia per tutto ciò che è elettronica, controllo remoto, e quindi processi di digitalizzazione e uso dell’Intelligenza artificiale, dal drone a quant’altro. In Italia, queste aziende sono pochissime e hanno un fatturato che si estende più all’estero. Dovrebbero essere messe in condizione di poter esprimersi al meglio sul mercato nazionale. Quanto potrebbero incidere? Non voglio sembrare esagerato, ma potrei dire al 101%.

Infine: a che punto siamo con la trattativa per il rinnovo del CCNL di categoria?

Le trattative per il rinnovo si trascinano ormai dal primo gennaio del 2016. Ad oggi, sta ininziando il sesto anno di, per così dire, “stagnazione delle trattative”. Nel contesto dell’attività, al di là del problema prettamente contrattuale, cioè l’aumento dei livelli retributivi, c’è anche l’incertezza sulla collocazione della figura della guardia, specialmente quella armata, che non avendo i giusti riconoscimenti di professionalità non mette neanche in condizione gli addetti al rinnovo di capire i parametri nei quali muoversi, quali sono gli aumenti oggettivamente riconoscibili, la misura in cui gli aumenti vengono riconosciuti, l’elevazione del livello di professionalità che consenta anche al mercato di corrispondere il giusto valore del servizio che si dà. Altra carenza manifesta nel nostro rapporto con le nostre Istituzioni.

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