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E-Security.Trento: il software per predire i reati

La nuova frontiera della Sicurezza Urbana Predittiva

Una grande novità per la gestione della sicurezza urbana è in via di realizzazione grazie alla partership tra eCrime (Università di Trento), Questura, Fondazione Kessler e Comune di Trento, con il finanziamento della Comunità Europea.

E' stato presentato lo scorso 26 ottobre il nuovo software eSecurity.Trento che permetterà di studiare la criminalità sotto ogni aspetto e, grazie all'analisi dei dati, ad individuare uno schema delle criticità che permetterà agli amministratori di gestire le risorse nel modo più proficuo, con l'obbiettivo non solo  di combattere la delinquenza ma addirittura di predirla.

Si tratta di un sistema complesso basato su una voluminosa banca dati, messa insieme in tre anni di lavoro e sinergie, che si riassume in quattro flussi di dati:
– Il primo flusso di dati proviene dai reati denunciati, che vengono raccolti in forma anonima, al fine di poterli analizzare dal punto di vista geografico. Questo permette di creare una “mappa” sul dove sono avvenuti i fatti criminosi ed elaborarla per sapere dove avverranno in futuro;
– Il secondo flusso di dati proviene dall'Indagine sulla sicurezza oggettiva e soggettiva nel Comune di Trento. Un indagine che è durata per due anni ed ha permesso di raccogliere informazioni sui reati non denunciati, sulla vittimizzazione, sulla percezione oggettiva e soggettiva della sicurezza da parte dei cittadini;
– Il terzo flusso di dati è stato raccolto dagli agenti della Questura di Trento, attraverso un'applicazione apposita, grazie alla quale si è potuto rilevare il disordine urbano fisico e sociale, quello che più comunemente viene definito degrado. Dalle scritte sui muri alla presenza di tossicodipendenti, dalla sporcizia alla prostituzione, raccogliendo tutti quei dati che nel territorio danno ai cittadini la sensazione di “insicurezza”. Questa mappa è davvero preziosa per determinare la geografia dei possibili reati;
– Il quarto flusso di informazioni della banca dati e-Security.Trento è senza dubbio il più eterogeneo e forse il più complesso, riassunto come “smart city ed altre variabili” raccoglie i dati sui residenti (età, genere, titolo di studio, reddito, occupazione), i dati urbani (illuminazione, strade, numero e tipologia delle abitazioni, traffico, utilizzo degli autobus, condizioni climatiche), i dati territoriali specifici (numero di automobili parcheggiate, parchi pubblici, fermate autobus, stazioni ferroviarie, banche).

Il sistema si prefigge non solo di mappare la criminalità, il disordine urbano e l'insicurezza dell'area urbana studiata, ma anche di analizzarne gli schemi e definirne le cause, e poi di mettere tutta questa conoscenza a disposizione dell'amministrazione, delle forze di polizia e dei cittadini.

Questo può permettere certamente una gestione più efficiente del controllo del territorio ma anche una nuova consapevolezza del cittadino, non solo sul territorio che vive ma anche su come viverlo in sicurezza.

Insomma potrebbe essere un nuovo modello di gestione della sicurezza urbana da esportare e ampliare, un modello che non tiene conto solo dei dati oggettivi, ma anche di quelli soggettivi, questa percezione di sicurezza ed insicurezza che fino ad oggi non era stata raccolta ora trova spazio in una reale banca dati, un software molto complesso e specifico che siamo davvero curiosi di vedere in funzione.

di Laura Torresan
© Riproduzione riservata

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