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Cyberbullismo, nasce il programma di prevenzione “Zeus”

Per contrastare la violenza in Rete, polizia e Cipm hanno siglato il protocollo d’intesa “Zeus”, volto a prevenire gli atti persecutori dei cyberbulli

Nei giorni scorsi a Milano è nato “Zeus”, un innovativo programma di prevenzione in materia di cyberbullismo e atti persecutori in Rete, grazie all’accordo raggiunto tra la Polizia di Stato e gli esperti del Cipm, Centro italiano per la promozione della mediazione, con il quale viene introdotto nei decreti di ammonimento “l’ingiunzione trattamentale”. Questo significa che i cyberbulli colpiti dal provvedimento amministrativo (ma non ancora coinvolti in procedimenti penali) verranno esortati a rivolgersi ai professionisti del Cipm per intraprendere volontariamente e a titolo gratuito un percorso trattamentale finalizzato “a favorire la consapevolezza del disvalore sociale e della lesività delle condotte prevaricatorie e violente, e a prevenire la recidività”.
Avvocati, criminologi, psicoterapeuti e educatori ritengono infatti che “chi commette atti persecutori spesso è incapace di affrontare in altro modo le difficoltà e avrebbe bisogno di un aiuto per comprenderlo e per fermarsi”.  Il protocollo d’intesa “Zeus” sancisce una fitta collaborazione tra la polizia e il Cipm al fine di effettuare un continuo monitoraggio dei casi critici attraverso reciproci “feed-back”: il Centro infatti dovrà segnalare alla polizia gli “ammoniti”, ovvero coloro che non vogliono intraprendere il percorso di recupero, permettendo in questo modo alla Questura di intensificare la pressione su situazioni ritenute particolarmente rischiose.
“Non bisogna sottovalutare quello che succede sul pianeta giovani” ha commentato Antonino La Lumia, Presidente del Movimento Forense di Milano “Chi alimenta cyberbullismo, sexting, revenge porn e questo perverso circuito di violenze attraverso condivisioni e commenti in Rete, si rende complice di cyberbulli e odiatori”. Nel 2017 gli psicologi e gli operatori di Telefono Azzurro, associazione che da trent’anni opera a tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti, ha offerto sostegno su disagi legati a cyberbullismo 33%; sexting 18%; atti autolesivi e suicidio 13%; grooming 7%, pedopornografia online 5%.
“Occorre monitorare i casi critici” ha dichiarato Maria Furfaro, Responsabile Dipartimento diritto penale del Movimento Forense di Milano “Milano con il recente Protocollo si conferma all’avanguardia nella lotta al cyberbullismo e agli altri fenomeni di violenza in Rete. Ora i tanti persecutori che circolano per la città avranno la possibilità di farsi aiutare concretamente. È un passo avanti meritorio sulla strada della prevenzione”.

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