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Cyber security, le mosse del Governo per il 2019

Sul palco di Itasec19, la ministra Trenta e il vicedirettore del DIS Baldoni hanno spiegato quale sarà la strategia dell’Italia per combattere il cyber crime
Secondo stime del Ministero della Difesa, la perdita economica imputabile al cyber crime potrebbe raggiungere entro il 2020 i 30 miliardi di dollari. Un quadro piuttosto inquietante esposto nel corso del terzo convegno nazionale sulla cyber security, Itasec19, tenutosi a Pisa tra il 12 e il 15 febbraio scorsi. “La tecnologia ha generato inevitabilmente anche nuove complessità” ha spiegato Roberto Baldoni, vicedirettore del DIS (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza) e responsabile del NSC (Nucleo per la Sicurezza Cibernetica) “E l’accelerazione continua procederà nei prossimi anni in particolare con l’avvento dell’intelligenza artificiale e della robotica. Per affrontare le nuove sfide bisogna agire facendo leva sulla resilienza”.
Ed è proprio partendo da questa analisi che è stata delineata la nuova strategia del Governo per fronteggiare la minaccia cyber. Innanzitutto, come ha fatto sapere Baldoni, è necessario intervenire per proteggere in modo più efficace l’area critica dei servizi e delle infrastrutture attraverso “un nuovo strumento legale che individui i servizi essenziali e i relativi operatori”.Si tratta dei 465 Ose (Operatori di servizi essenziali), ai quali attribuire un livello di cyber security di riferimento per l’intera sicurezza nazionale. In secondo luogo, occorre alzare l’asticella della sicurezza informatica in quei settori critici della pubblica amministrazione, ancora carenti dal punto di vista tecnologico e perciò vulnerabili, come ad esempio la sanità. Infine, si è parlato della costituzione del Centro Nazionale per la Valutazione e Certificazione collocato presso il Ministero dello Sviluppo Economico, “in risposta all’esigenza di qualificare i prodotti, secondo il quadro di riferimento europeo”.
La ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, ha ricordato gli attacchi hacker avvenuti nel corso del 2018, che hanno preso di mira banche dati  sia del settore pubblico che privato, evidenziandone le falle di sicurezza (basti pensare alla prima violazione della Pec e al blocco delle attività online dei tribunali). La ministra ha sottolineato inoltre che per il 2019, “nel 2% del Pil destinato alla Difesa ci saranno anche gli investimenti in cyber security». Infine, Trenta e Baldoni si sono trovati concordi nel puntualizzare come, oltre alle competenza e alla tecnologia, sia importante la collaborazione tra istituzioni, ricerca e imprese che rappresenta “la chiave per contrastare il dinamismo dei soggetti che attaccano la sicurezza dei paesi, delle imprese e dei cittadini”.

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