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Ciso: dipendenti e smart working anello debole della cyber security

La maggior parte dei Ciso concorda sulla necessità di supportare il lavoro da remoto e aumentare la consapevolezza dei dipendenti sulla cyber security in azienda

Il 50% dei Ciso italiani (58% a livello globale) considera il fattore umano l’anello debole della sicurezza informatica. Per il 53%, lo smart working ha reso la propria azienda più vulnerabile agli attacchi informatici. È quanto emerso dal recente report di Proofpoint “Voice of the Ciso 2021”. L’indagine ha coinvolto 1.400 Cyber Security Officer che operano in aziende di piccole e grandi dimensioni in diversi Paesi del mondo, Italia compresa. Tra le principali priorità esposte dai Ciso vi è appunto la necessità di migliorare la consapevolezza dei dipendenti sulla cybersecurity (42%) e di supportare il lavoro da remoto (31%).

A fronte di un notevole incremento degli attacchi informatici, dovuto alla digitalizzazione e alla crisi sanitaria, il Cyber Security Officer è diventato una figura sempre più importante in azienda. Il Ciso ha il compito di definire le strategie per una corretta governance delle informazioni, proteggere gli asset aziendali e mitigare i rischi informatici. Questa figura professionale ha acquisito sempre più importanza anche in Italia, che secondo l’ultimo report di Trend Micro figura al terzo posto tra le nazioni più colpite da malware.

Le aziende italiane infatti sembrano non essere ancora pronte per rispondere alla minaccia cyber. Stando a quanto emerso dal sondaggio, il 63% dei Ciso italiani (66% a livello globale) ritiene che la propria azienda sia impreparata a gestire un attacco informatico. Il 64% è preoccupato per la cyber security e crede che gli attacchi futuri avranno ripercussioni ben più gravi rispetto a quelli dello scorso anno.

Le minacce più temute dai Ciso sono: Cloud Account Compromise (37%); attacchi DDoS (35%); Business E-mail Compromise (31%); attacchi alla Supply Chain (30%); minacce interne (29%). Il 60% dei Ciso italiani ammette che le aziende saranno in grado di resistere e riprendersi dagli attacchi informatici entro il 2023. Una prospettiva non troppo confortante, considerata la velocità con cui progrediscono le tecniche d’attacco sviluppate dagli hacker.

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