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Bing AI e Bard di Google: con l’AI un nuovo modo di fare ricerche in rete

Microsoft e Google si sfidano sull’implementazione di prodotti sviluppati tramite intelligenza artificiale.

I colossi dell’informatica come Microsoft e Google sono alle prese con l’integrazione di sistemi di intelligenza artificiale all’interno dei loro prodotti. Microsoft, ad esempio, ha sottoscritto un accordo di collaborazione pluriennale con OpenAI, permettendole di accedere alla tecnologia di ChatGPT.

L’intelligenza artificiale nei motori di ricerca

Uno dei primi prodotti relativi all’applicazione dell’intelligenza artificiale sarà il motore di ricerca. Questa scelta dall’importante risvolto pratico serve come mezzo per trovare la risposta giusta alle nostre domande. Non sempre si tratta di un compito banale. Ogni ricerca che svolgiamo si deve districare tra migliaia di fonti e alcune di queste possono essere duplicate o addirittura sbagliate.
La disinformazione sul web è dilagante e spesso dobbiamo leggere molti risultati prima di trovare la risposta che cerchiamo.
L’intelligenza artificiale svolgerebbe per noi questo compito, migliorando l’esperienza di ricerca e fornendo ad ogni utente la risposta migliore per lui. Tuttavia, esistono anche dei rischi: a differenza dell’uomo, l’IA non ha la capacità di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. I risultati forniti dal motore di ricerca dipendono infatti solo dai dati a disposizione per fare le ricerche. Ma se le fonti sono limitate o, ancora peggio, falsate da pregiudizi, le risposte non potranno essere considerate come attendibili. Il rischio è che vengano date risposte di bassa qualità o addirittura delle vere e proprie “fake news”.

Bing AI, intelligenza artificiale al servizio di Microsoft

Circa un mese fa Microsoft ha integrato ChatGPT nel suo motore di ricerca Bing e i risultati, in termini di utenti attivi, sono decisamente buoni. I dati rivelano che Bing ha superato i 100 milioni di utenti giornalieri. Il numero è in netta crescita, e i nuovi utenti giornalieri rappresentano circa un terzo degli accessi. Oltre alla parte numerica, però, viene riscontrata anche un aumento del coinvolgimento delle persone,  che restano per più tempo ed effettuano un maggior numero di richieste.
L’utilizzo di Bing AI fa capire facilmente come cambierà l’approccio dei brand che vogliono essere trovati dagli utenti sul web. Nell’ottica di questa nuova modalità di elaborazione, la ricerca sui siti dovrà essere ottimizzata (SEO). Altrettanto importante sarà trovare il modo di creare contenuti in grado di distinguersi da eventuali risultati antagonisti creati apposta per ingannare l’AI.

La risposta di Google

Bard è la risposta di Google all’integrazione di ChatGPT all’interno di Bing, il motore di ricerca di proprietà di Microsoft. La scelta del nome Bard è un chiaro riferimento al “bardo”, l’antico poeta-cantore dei celti che raccontava le imprese epiche e le gesta del popolo.
Questo sistema è ancora in via di sviluppo; ne è stata rilasciata soltanto una versione beta accessibile solo a pochi fortunati tester. Google ha dovuto affrettare i tempi per non rimanere troppo indietro, visto l’incredibile successo avuto da ChatGPT e da Microsoft.
Al momento la principale differenza resa nota tra Bard e Bing AI è legata alla mole di dati impiegata per trovare i risultati. Bing AI si appoggia ad un database statico, aggiornato al 2021. Bard invece, in quanto prodotto di Google, è in grado di effettuare le ricerche in rete in tempo reale. Sarebbe quindi in grado di attingere a fonti sempre aggiornate e fornire teoricamente risultati migliori e più accurati.

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